Facciamo chiarezza: cos’è il regime forfettario?
Introdotto dalla Legge 23 dicembre 2014 numero 190 (Manovra 2015) il regime forfettario si caratterizza per la riduzione e la semplificazione degli adempimenti fiscali in favore dei contribuenti di piccole dimensioni.
Oltre al fatto che opera un’imposta sostitutiva di Irpef, addizionali regionali e comunali ed Irap, i contribuenti forfettari beneficiano altresì di semplificazioni sotto il profilo contabile ed Iva.
Il regime in questione si propone come sistema naturale per le persone fisiche che, in possesso di determinati requisiti in termini di ricavi e costi, avviano un’attività di impresa, arte o professione in forma individuale. Possono tuttavia ricorrere al forfettario anche i soggetti già in attività.
I requisiti richiesti si riferiscono a:
– ricavi o compensi non superiori ad 85 mila euro;
– spese sostenute in misura non superiore a 20 mila euro per lavoratori dipendenti, collaboratori coordinati e continuativi, prestazioni di lavoro accessorio, titolari di borse di studio, di assegno o sussidio, di addestramento professionale, utili da partecipazione erogati agli associati che apportano solo lavoro (per i contratti in essere al 25 giugno 2015), prestazioni di lavoro effettuate dall’imprenditore o dai suoi familiari.
Cosa cambia il 1° gennaio 2024?
Con l’arrivo del nuovo anno, termina il “regime transitorio” per la fattura cartacea dei soggetti che rientrano nel regime forfettario. Dal 1° gennaio dovranno infatti tutti emettere le fatture in formato elettronico per le operazioni attive effettuate.
Il 31 dicembre 2023, segna la fine dell’emissione delle fatture cartacee per una parte di forfettari che avevano certe condizioni, ossia coloro che avevano ricavi o compensi nel 2021 inferiori a 25.000 €.
Per chi aveva superato la soglia dei 25.000 € l’obbligo di fatturazione elettronica è già scattato il 1 Luglio 2022.
Come fare per adeguarsi?
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